Marco è un trentanovenne dirigente, sottopeso (affetto da celiachia) separato dalla moglie con la quale dichiara di essere in ottimi rapporti.
Ha un bambino, Massimiliano di 5 anni e una relazione che dura da tre anni con una donna divorziata.
Marco però si sente solo e dice di essere intenzionato a risolvere le sue difficoltà personali come figlio, uomo e padre e per questo ha deciso di affrontare un percorso personale.
- Le difficoltà che hanno indotto Marco a chiedere aiuto sono le seguenti:
- La rabbia verso i suoi genitori
- Le sue difficoltà sono causa di una rabbia interiore che Marco esprime quasi con accanimento verso i suoi genitori appena li vede. Di loro dice <<sono dei poverini, sempre stati dei poverini! sempre fatto una vita misera!, non li sopporto, devono cambiare!>>.La relazione con Anna -che dura da circa tre anni- trentottenne divorziata <<bellissima di cui sono innamoratissimo>>.
- I problemi col figlioletto Massimiliano che ha circa sei anni, nato dal suo matrimonio con la ex moglie Virginia. <<Per lui ho un malessere che mi fa vivere malissimo, io sono incapace di parlare a mio figlio!, non so farmi ascoltare e costruire la relazione che merita e che vorrei avere!>>
Marco rendendosi conto di non avere strumenti per risolvere le difficoltà elencate ha deciso di rivolgersi a me.
Le sue difficoltà sono causa di una rabbia interiore che Marco esprime quasi con accanimento verso i suoi genitori appena li vede. Di loro dice «sono dei poverini, sempre stati dei poverini! sempre fatto una vita misera!, non li sopporto, devono cambiare!».
Ed ecco la storia di Marco:
Dopo la rottura del matrimonio durato 7 anni con la moglie Virginia, con cui non andava d’accordo, Marco ha conosciuto Anna di cui si innamora.
Anna é bellissima ed ha imposto da subito alcune restrizioni alla loro relazione che lui ha accettato spiegando «perché eravamo all’inizio». Ecco le restrizioni di Anna:
- Anna non vorrà mai frequentare né conoscere il figlio di Marco;
- Lei e Marco dovranno vedersi di giorno perché di sera lei è sempre impegnata con la madre o gli amici cui è molto legata e lui, per il fatto di avere il bambino e di essere celiaco ha esigenze diverse che, secondo Anna, limiterebbero gli altri;
- Se cenassero insieme sarà a casa di lui dove lui potrà mangiare le sue cose, «non ho voglia ogni volta di affrontare il problema in ristoranti che non si pongono il problema»;
- La famiglia di Anna non dovrà mai essere coinvolta nella loro relazione;
- Dovranno frequentare posti in cui nessuno conosce lei.
Inizialmente Marco, molto coinvolto, non mette in discussione le clausole di Anna perché convinto che le cose andando avanti sarebbero cambiate. Dopo un anno dalla loro relazione, Marco prova a mettere in discussione qualcuna delle regole accettate all’inizio ma Anna si irrigidisce, si arrabbia minaccia di lasciarlo e lo accusa di non amarla abbastanza.
Successivamente, le volte che Marco proverà a sfiorare l’argomento “regole” imposte da Anna la situazione non cambia e Marco commenta:
se sono un coglione che me la faccio sotto dal timore di perderla, non vederla più, non vedo che margini di manovra io possa avere per cambiare la mia vita e poter vivere meglio…ci ho provato..sono stato peggio, mi sono detto: zitto non parlare più. Mi sembra al momento di non poter vivere senza di lei e di dover subire questo malessere! restare con Anna o perderla in questo momento mi procurano un malessere assolutamente identico.
Durante la prima parte del percorso psicoterapeutico durato circa due anni abbiamo dato priorità, alla relazione di Marco coi suoi genitori.
Questa scelta condivisa si è imposta in quanto Marco facendo molto spesso ricorso all’aiuto dei suoi genitori, per l’accudimento di Massimiliano, doveva trovare un modo più disteso per relazionarsi con loro con i suoi bisogni spesso urgenti (per esempio se la ex moglie lo chiamava, perche non poteva andare a prendere Massimiliano a scuola, Marco doveva appoggiarsi ai suoi genitori chiedendo loro di occuparsi immediatamente del bambino. Per questo motivo bisognava acquisire consapevolezza sulle difficoltà ed i bisogni concreti e riuscire a mettere da parte la rabbia nel relazionarsi con loro.
Marco quindi dopo alcune sedute comincia a cambiare prospettiva dicendo «i miei genitori sono sempre state persone attente, discrete e disponibili nei miei confronti.In qualunque momento chieda loro aiuto per Massimiliano sono sempre pronti a rispondere alle mie esigenze anche quelle dell’ultimo momento, vanno a prendere il bambino a scuola, lo portano a casa da loro, lo coccolano, lo aiutano a fare i compiti, parlano molto con lui e il bambino con loro dà segnali di stare molto bene e serenamente ed io sono sereno nel sapere che posso contare su di loro. Come ho fatto a dimenticarmene?».
Spesso Massimiliano pernotta dai nonni e altrettanti spesso Marco va a cenare da loro, «quando vado da loro trovo la cena pronta per me con alimenti per celiaci che posso consumare senza dovermi preoccupare di andare a casa e preparare due tipi di cena, quella per me e quella per il bambino: sono le loro attenzioni che non ho mai avuto da nessun altro che mi facevano slittare la mente su Virginia!…».
Questa rilettura dei suoi genitori fatta insieme agli interventi con EMDR dei primi mesi aiutano Marco ad abbandonare l’idea che i suoi debbano cambiare; inizia ad essere paziente con loro e la madre dopo qualche mese gli dice «sembri cambiato, sei più calmo e paziente, riusciamo a parlare insieme di nuovo mentre prima avevo paura di aprire bocca» e aggiunge:
ho capito che i miei erano preoccupati nel vedermi:
separato da tempo
sempre più magro e infelice come il primo periodo della mia separazione
sempre più nervoso e arrabbiato con loro senza una ragione dichiarata
Successivamente Marco affronta il problema con Anna e dice «il motivo per cui avevo accettato le condizioni poste da Anna risiedeva nel fatto che con mia moglie Virginia vivevo in una simbiosi obbligata, si faceva quello che faceva e voleva lei perché altrimenti erano discussioni accese…io non ero libero di frequentare i miei amici, troppo spesso mi sono sentito sotto scacco e in prigione. Con Anna mi ero trovato a pensare che tutto sommato con le condizioni da lei imposte avrei riavuto la mia libertà per poter fare tutte le cose che non avevo più potuto fare e dunque ho pensato che condividere le regole di Anna poteva avere una sua logica utilità ma da qui a subire imposizioni unilateralmente ce ne corre…
Inizialmente con Anna stavo bene perché avevo vissuto bene la mia libertà e con lei ero padrone di esprimere il mio punto di vista sugli aspetti della vita e lei non reagiva censurandomi come faceva Virginia, motivo per cui o litigavamo coinvolgendo il bambino o tacevo»
Marco riesce a lavorare alle nuove scoperte che riguardano la ex moglie Virginia, ora la vede come “opportunista” che non si è mai presa cura di lui «si dimenticava che fossi celiaco!», e Anna, l’attuale compagna la definisce una prepotente, che ha posto condizioni umilianti ad una relazione che appagava prevalentemente solo lei; «ora mi rendo conto di non essermi fatto rispettare e di non essermi sentito considerato e amato e da questo ho ricavato stress, sconforto, rabbia e perdita progressiva della mia autostima».
Ecco come Marco spiega il suo cambiamento a tutto tondo:
Durante il periodo di Natale ho capito che una grossa fonte di “rabbia” e fastidio mi proveniva dal rendermi conto che avevo sbagliato a valutare due donne di seguito e non potevo ammettere di essere tanto coglione. Forse li ho iniziato ad essere rabbioso coi miei così solleciti e attenti…Ho sbagliato nella valutazione di Anna e mi sono sbagliato sul fatto che credevo di non aver problemi con la rabbia verso mia ex moglie.
Quando ho cominciato a notare che provavo fastidio nel sentire la mia ex moglie -che cercava di approfittare di me perché ero rimasto sempre zitto- chiedermi continuamente di occuparmi di sue cose non riguardanti Il bambino ho notato che era successo qualcosa in me..come se tutto fosse traboccato: ho notato un intollerabile fastidio e capito che la mia rabbia e rancore provenivano da lei e da Anna e che i miei non c’entravano.
Ho già incominciato a chiedere a Virginia di limitare le telefonate e gli incontri solo a cose relative alla gestione del bambino e basta. Le ho detto che voglio la separazione, mettere le cose in chiaro, altro che bel rapporto con lei!.. voglio stabilire delle regole nella gestione di Massimiliano. Lei ha un compagno e se ha bisogno di aiuto per questioni sue personali o consigli si rivolga a lui…io sono solo il padre di suo figlio e il suo ex-marito!
Aggiunge:
Questa mia consapevolezza ha ridato “autostima” al mio ego che prima di venire da lei era ai minimi storici
E in una seduta ancora successiva Marco dice :
Con Anna la percezione della mia rabbia l’ho avuta qualche giorno fa quando stavamo andando a fumare una sigaretta e lei si é dimenticata di me.. mi sono sentito uno zimbello davanti agli altri. Le spiego: stavamo andando a fumare e lei si é fermata in un gruppo incontrato fuori dall’ufficio a chiacchierare, nessuno l’aveva interpellata, nessun messaggio di servizio.. chiacchiere.. quando ho finito la mia sigaretta e sono rientrato lei chiacchierava ancora.. le sono passato davanti e lei guardandomi non ha detto una parola. Ma mi sono accorto che non mi importava più nulla. Mi sono accorto in quel momento che ero libero da lei. . .Non l’ho più cercata per tutto il resto del giorno contrariamente a quanto facevo prima ed ho chiuso la porta del mio ufficio.
Non l’ho più cercata neppure i giorni successivi mentre lei ora mi cerca ed è gentile. Io so che in me si è spenta la lampadina e ora so anche che non si riaccenderà più.
Man mano che la terapia procede Marco ricorda i momenti caratterizzanti le sue due relazioni con Anna e Virginia e si rende conto di essersi spaventato e che non reagendo la sua rabbia si accumulava.. « mi sono chiuso davanti alle modalità estreme usate da entrambe le donne. Con Virginia per timore di nuocere a mio figlio e con Anna per timore di perderla..così ho subito delle angherie come un poverino. Dovevo cambiare io!»
Marco all’inizio aveva definito i suoi genitori come due poverini che gli facevano rabbia e che dovevano cambiare e quando gli faccio notare questo punto presente nella sua richiesta d’aiuto esplode in una risata dicendo: «ero messo male vero dott? meglio non abbassare mai troppo la guardia…»
Per quanto riguarda la relazione con il figlio Massimiliano dopo la separazione legale con Virginia in cui sono stati stabiliti dei we a turno tra i due genitori: Il bambino col padre ora si diverte, quando va dai nonni lo aspetta con ansia per abbracciarlo, ha un dialogo in cui si racconta molto e pur di passare più tempo con lui si era inventato che la madre lo picchiasse. Marco ha saputo chiarire questa dinamica sia con Massimiliano che con Virginia arrivando a stabilire che quando il bambino avesse avuto bisogno di vederlo poteva informare la madre e chiamarlo lui stesso per concordare quando e come vedersi il prima.
Alle fine del secondo anno di terapia Marco ha lasciato Anna e cominciato a frequentare con più costanza i suoi amici, ha conosciuto altre donne, si iscritto a dei corsi di enologia e di cucina e alla fine ha conosciuto Alessandra, la sua attuale compagna.
Ora la vita affettiva di Marco è in ordine; ha conosciuto una donna e di sono innamorati e con lei ha avviato una relazione che nel tempo si è rivelata essere quello che lui si aspettava prima dalla moglie e poi da Anna.
L’aspetto più soddisfacente per me è stato vederlo a due anni dalla fine della terapia sereno con la compagna, con 10 kg in più e felice.
Sono proprio contenta.