Elisa, ingegnere. Ruolo di prestigio in una holding internazionale che la fa viaggiare molto.
Ha vissuto una esperienza matrimoniale difficile per 10 anni fino ad ammalarsi. Chiusa in se stessa non si apre con nessuno circa la sua sofferenza.
Attinge benessere dalla sua professione e con la famiglia di origine finge una felicità mai provata. Timore del giudizio e paura di rimanere da sola han fatto sì che rimandasse di affrontare la sua sofferenza che si è trasformata nel tempo in una serie di sintomi che la hanno resa ulteriormente vulnerabile.
Lui evidenzia, nel corso di un colloquio, problematiche psichiatriche.
Elisa dice di avere poco tempo, a causa del suo lavoro, per intervenire sul suo quotidiano e ha rimandato così di affrontare i problemi che ora la imbrigliano in sintomi piuttosto gravi.
A dieci anni dal matrimonio Elisa si rende conto che i disturbi che lamenta da anni trovano la loro origine in qualcosa che i controlli clinici e le terapie messe in atto non hanno individuato e aggiunge “ho capito che non si risolveranno”.
Sento di essere in un tunnel senza spazio, per muovermi col pensiero, per capire dove come quando e perché mi trovi a questo punto. Ho paura di tutto anche di guardarmi allo specchio.
Quando lo faccio trovo una me che perentoria mi chiede: “e allora”?
Allora mi giro dall’altra parte per non vedermi ma trovo che questo ha peggiorato sempre più i miei malesseri fisici. Pensare alla mia realtà mi riempie di smarrimento.
Ormai il mal di testa nei we a casa è costante e nessun farmaco tranne il sonno riesce ad alleviarlo. Perciò se sono a casa passo i we a letto. Ho notato però che quando sono lontana da casa per lavoro il mal di testa nei we non lo ho. Mi sembra strano… mi faccio qualche domanda… sta di fatto che non ho mai fatto un we a casa senza mal di testa.
Ma alle domande che mi pongo non so darmi risposte chiare che mi aiutino e neppure so cosa guardare tanto meno da che parte iniziare, e a fare cosa? Non saprei!
La storia di Elisa:
si sposa con un uomo che nell’unico colloquio intercorso rivela un deficit cognitivo. Molto legato alla madre, la segue pedissequamente anche nel tempo, da sempre. Manca di competenze sessuali e insieme alla madre sogna di diventare un grande della finanza. Perciò ha compiuto delle operazioni commerciali e finanziarie pericolose dove Elisa ha dovuto intervenire economicamente per evitare delle perdite più gravi.
Elisa è rimasta incastrata da questi eventi e per paura di sembrare sciocca e fare brutte figure coi familiari non ha mai parlato con loro nè chiesto consiglio a nessuno, neppure agli amici.
La vergogna di aver accanto un uomo debole e “incapace” ha bloccato Elisa nella sua condizione facendo passare gli anni senza che se ne accorgesse, rifugiandosi nel mal di testa e accumulando difficoltà sempre più grandi sia personali che finanziarie.
Dice:
sono stata una stupida. Ho iniziato pensando che lui sapesse il fatto suo e non ho mai fatto attenzione a quanto stesse facendo. Mi fidavo ciecamente … era così dolce e convincente, sempre al pc con la madre che quasi mi sentivo irriconoscente del tempo che dedicava come lavoro a questa sua attività!.
Dopo alcune sedute Elisa riesce a confessare a se stessa l’amarezza e la delusione che prova, “più verso me stessa” dice.
Affrontando i problemi con se stessa, il senso di colpa di Elisa cresce ma insieme andando all’origine dei suoi sintomi nel giro di alcune sedute questi scompaiono liberando in Elisa energie importanti, utili ad affrontare i problemi. In un anno Elisa affronta la questione personale e sentimentale anche legalmente e chiede la separazione rivalendosi anche su altri ambiti.
A separazione avvenuta, Elisa mi scrive
Alla finestra questa mattina guardo il mare, l’aria è fresca ed io capisco che finalmente ho trovato il mio posto nel mondo. Non è diverso da prima, sono io a essere diversa. Sono finalmente in pace, mi sono circondata di persone e cose che amo, non ho più paura. Respiro. Elvira grazie a Lei sono finalmente libera.