Sandro ha 43 anni, é dirigente in una grande azienda con sedi in tutta Italia, separato con un figlio 22enne nato da una relazione adolescenziale; si sposa al compimento dei 18 anni con la madre 19enne del suo bambino concepito quando lui ha 16 anni.
Mi chiede una consulenza nel giorno della ricorrenza del primo anniversario dalla morte della madre dopo una malattia durata alcuni anni. Nell’ultimo periodo aveva affidato la madre ad un istituto perché anche il padre si era ammalato.
Il padre muore sette mesi prima della madre. Sandro arriva da me lamentando attacchi di panico e riferendomi di aver perso completamente il controllo della sua vita.
Mi avverte che aveva già intrapreso altri quattro percorsi durante la sua vita, l’ultimo durante la malattia della madre e che arriva da me ormai come se rappresentassi per lui l’ultima spiaggia.
La storia di vita di Sandro ed alcuni report con le stesse parole di Sandro:
«Mia madre aveva abbandonato mio padre quando avevo quattro anni, ci siamo trasferiti in una nuova casa con il suo nuovo compagno Angelo, stavo salendo sulla macchina di Angelo quando ho alzato gli occhi verso le finestre della casa che stavamo lasciando, mia madre caricava le nostre cose e mio padre era affacciato alla finestra e ci guardava salutandomi con la mano, non capivo completamente ma mi sono sentito disperato anche per lui e che quanto stesse accadendo non fosse giusto né reale»
«Angelo all’epoca era un trasfertista che partiva al lunedì e rientrava al venerdì e in quei giorni io dormivo nel lettone con mia madre, ma quando lui ritornava dovevo trasferirmi in camera mia dall’altra parte della casa. La mia stanza allora si popolava di fantasmi, tra cui la scimmia Graziella, come mi ammoniva sempre mia nonna, che dal ripostiglio vicino alla mia stanza sarebbe uscita dal buio e mi avrebbe portato via per mangiarmi ed io avevo il terrore che mi portasse via davvero !»
«tuttora ho paura del buio ovunque mi trovi, mi vergogno a dirlo alla mia età ma é così, non riesco a impedirmelo, da piccolo non dormivo perché avevo paura dei fantasmi e della scimmia, stavo fuori dalla stanza di mia madre e piangevo e pregavo, allora Angelo andava a dormire nel mio letto ed io tornavo nel lettone con mia madre che si girava dall’altra parte e poi per giorni non mi rivolgeva la parola.»
«ancora 30 anni dopo mio padre non si era risollevato dal dolore di quell’abbandono troppo grande per lui, ma anche per me, una volta l’ho rimproverato che non aveva avuto le palle per tenere insieme la famiglia! Mio padre era buono, lo dicevano tutti che era un uomo buono, non ha mai alzato la voce, non ha mai osato picchiarmi, lui e la sua compagna soffocavano il pianto quando andavo via da loro invece mia madre era davvero agguerrita. Mi sono sempre sentito in colpa per aver chiamato anche Angelo “Papá”, avrei dovuto ribellarmi e non umiliare mio padre davanti a tutti, a scuola per questo mi prendevano in giro, non posso perdonarmelo !!!»
«per ottenere vicinanza bisogna protestare, mostrarsi bisognosi altrimenti si viene abbandonati e dimenticati. Se ti allontani gli altri ti sostituiscono e tu non esisti più, sarai dimenticato e rimarrai solo perchè sotto sotto nei sentimenti dietro le apparenze c’é sempre la fregatura»
«mia madre non era mai andata d’accordo con la mia ex moglie ma quando le ho comunicato che mi sarei separato mi ha voltato le spalle, criticandomi severamente e non rivolgendomi la parola per due anni. Lei che aveva abbandonato mio padre per un altro uomo 30 anni prima mi sembrava troppo anacronistico che mi criticasse e mi facesse la guerra per impedirmi di separarmi..tanto più che noi non ci siamo separati a causa di un’altra donna ma perché effettivamente non andavamo d’accordo e non riuscivamo a capirci..Ma mia madre poteva permettersi tutto, usarmi dal lunedì al venerdì per non sentirsi sola e poi ricacciarmi nel mio lettino quando Angelo ritornava»
Gli attacchi di panico:
Iniziati con il primo rapporto occasionale durante il matrimonio, si ripetono successivamente e gli impediscono di costruire una relazione affettiva. Gli attacchi più gravi sono i più recenti, iniziati da circa quattro anni da quando ha avviato la prima convivenza sentita, con Enrica, dopo la separazione dalla moglie; Sembrano scatenati dall’ansia da separazione nel momento in cui saluta la compagna Enrica (per recarsi al lavoro a 240 km di distanza tutti i giorni andata e ritorno) al lunedì e al giovedì perché in questi due giorni non rientra alla sera da lei ma si ferma nella città dove lavora e possiede una casa. Si scatenano alla sera quando é solo nella casa a Genova in cui conserva le ceneri del padre. Si sveglia di notte, alla percezione di un rumore vissuto come una presenza estranea con difficoltà a respirare, sudorazione, tachicardia, oppressione retrosternale così intensa da ricorrere alle cure del pronto soccorso nonostante la terapia farmacologica assunta che gli aveva prescritto lo psichiatra, ma che si rivela inefficace a far regredire la sintomatologia in urgenza di Sandro.
Di me dice che mi vede molto sui generis per via della mia modalità professionale: chiedere compiti, fare attenzione a cosa prova focalizzando il momento in cui si innescano certe sue emozioni o alcuni sintomi, a cosa stava pensando in quel momento, cosa dice a se stesso in quel momento e cosa stava succedendo e come si sentiva prima che i suoi sintomi si innescassero ecc.
La tecnica EMDR che impiego sia a Genova che a Milano per risolvere i traumi e le sofferenze in genere ha permesso a Sandro di risolvere anni di sofferenza e lo hanno aiutato a riconoscere gli autentici segnali di cambiamento abbastanza velocemente, dice:
«Ho continuato a cercare di prolungare il più a lungo possibile le sensazioni di benessere che avverto durante la giornata dopo le sedute con lei e come ansia va molto meglio»
«è cambiato molto il mio modo di relazionarmi con lei e fuori da qui negli ultimi mesi. Mi riferisco alla necessità di esplicitare le cose a cui tengo… é la prima volta che in una relazione con un’altra persona non prendo fuoco: ero impegnato in una telefonata con Enrica e una parte di me mi diceva di mandarla a quel paese mentre la maggior parte del mio cervello mi diceva, spiega, parla, vedrai che andrà tutto bene. Mi ha fatto piacerissimo chiarire e la sera non avevamo pendenze.. Tutto risolto»
Il miglioramento tangibile
Sandro é cambiato moltissimo e mentre prima si appoggiava in tutto ad Enrica ora la sua relazione sta subendo un cambiamento positivo «sabato ero concentrato e pensavo allo star da solo lunedì, a giovedì che avrei avuto riunione a venerdì che sarei stato ad un corso. Enrica invece sembra paurosa della mia sicurezza acquisita, infatti durante la giornata di ieri per sms mi ha rimproverato di essere meno affettuoso con lei..»
«al corso non ho avuto nessun fastidio, alla riunione non ho avuto attacchi di panico e non ho dovuto alzarmi per fare pipì tante volte come al solito, eravamo in 200 in un salone al 15 piano con tutto l’establishment, ho sentito dentro di me la TdM e l’ho applicata ed è filato tutto liscio»
Sandro si rende conto che quando ha conosciuto Enrica stava bene e solo una volta che lei é diventata importante per lui ha sviluppato l’insicurezza e gli attacchi di panico. Si rende conto solo adesso di usare le antiche mappe con cui stava in relazione con la madre:
«Da bambino avevo il timore che mia madre si dimenticasse di me o non mi considerasse importante, la paura di dormire da solo infatti, il fatto che piangessi spingeva mia madre a fare la cosa più semplice per lei, acconsentire che dormissi nel suo letto ma lei mi ignorava completamente o mi sentivo ignorato. Io mi sentivo soppiantato nel cuore di mia madre dal suo compagno Angelo e mia madre implicitamente mi confermava, facendomi dormire con lei, che la vicinanza, l’ amore, l’attenzione e la considerazione potevo ottenerli solo quando manifestavo malessere e sofferenza»
A questo punto Sandro sta correggendo il suo software, ovvero le mappe di lettura del mondo riguardanti le relazioni e i sentimenti e aggiunge :
Enrica, quando mi allontanavo da lei con i sintomi dell’attacco di panico, interpretava la sua presenza fisica accanto a me come indispensabile a farmi stare meglio, ora che le cose stanno cambiando e sto bene anche da solo ha paura di perdermi per cui per risolvere i nostri problemi dovremo confrontarci sulle mappe della nostra relazione che insieme abbiamo contribuito a costruire.
Cosa dice Sandro tempo dopo degli attacchi di panico:
«Tutte le esperienze negative, i rapporti sbagliati, lo stress li ho affrontati evitandoli attraverso gli attacchi di panico, mi sentivo bambino incapace di risolvere il dolore che provavo dentro da quando mio padre ci guardava dalla finestra, salutandomi e lasciando andare le cose.»
«Adesso mi godo lo star solo due volte alla settimana e mi piace Dormo bene, mi sveglio riposato.. Non mi sveglio di notte, mi sono passate tutte le paure»
La conclusione di questo percorso
«All’inizio di questo percorso ero meno fiducioso nei confronti del prossimo, adesso l’idea che se ho un problema nessuno mi possa aiutare non lo penso più …lasciamo perdere le persone più vicine a me, però credo che comunque nelle più diverse circostanze in caso di bisogno qualcuno in maniera inaspettata possa essere una fonte di aiuto»
«Prima pensavo che quando gli altri han bisogno di me io ci sono sempre, adesso sono più fiducioso del fatto che questo valga anche per me..questa é una risposta diversa a quella che mi sono sempre data. Sicuramente é cresciuta la fiducia e la stima in me e nel prossimo, nelle piccole cose, trovare persone che possa valere la pena di conoscere e confrontarsi, mentre prima ero intento a chiudermi in me stesso nella ristretta cerchia di conoscenze… Adesso anche con un estraneo mi é possibile instaurare un relazione o momenti piacevoli senza dover pensare che sotto ci sia qualcosa da cui difendersi…Questa consapevolezza e questo strumento mi arricchisce e me ne saprò giovare e godere a tutto tondo»
Verso la fine del percorso di psicoterapia Sandro ottiene l’avvicinamento alla sua compagna a Milano a solo 60 km andata e ritorno:
L’AD gli comunica il trasferimento con queste parole «sono lieto di annunciarti che il trasferimento da te richiesto 6 anni fa é arrivato e sarebbe potuto accadere molto prima ma solo negli ultimi mesi però hai avuto la capacità di comprendere quanto ti veniva richiesto e migliorare le tue relazioni professionali. Ora sei pronto per dirigere una filiale molto più grande…Sappi però che è stata la tua difficoltà a relazionarti coi tuoi colleghi e non le tue effettive capacità professionali ad aver tenuto congelato il tuo avanzamento e trasferimento in questi anni»