La storia di Luisa
Luisa è una bella ragazza cresciuta in una famiglia serena e cattolica. È sposata con Fabrizio da 7 anni ed entrambi non hanno mai avuto alcun tipo di rapporto sessuale prima del matrimonio neppure con altri partner.
Durante il primo tentativo di rapporto sessuale, la prima notte di nozze, Fabrizio fino a quel momento dolce, tenero e pieno di attenzioni si innervosisce, diventa aggressivo e violento e picchia la moglie. Questa dinamica relazionale di Fabrizio caratterizzerà i 7 anni di vita vissuta insieme dalla coppia senza che riesca mai a concretizzare un rapporto sessuale.
Due anni prima di venire da me, Luisa aveva confidato alla madre di Fabrizio i maltrattamenti e le violenze subite dal marito. La suocera anticipa il problema ad un’amica ostetrica (non medico) che fa diagnosi a Luisa, dopo averla visitata, di “vaginismo” spiegandole essere <<un problema molto grave quasi incurabile perché dipende tanto dalla testa>>. Luisa si considera incurabile oltre che responsabile del fallimento del suo matrimonio perciò si chiude in se stessa senza più chiedere aiuto ad alcuno. Ogni tanto fiduciosa e speranzosa chiede al marito di provare ad avere rapporti sessuali con lei ma a questa richiesta il marito reagisce sempre allo stesso modo giungendo anche a chiuderla in casa a chiave, a staccare il telefono fisso di casa e sequestrarle il telefonino per impedirle di chiedere aiuto mentre lui é a fare i turni di notte.
Fabrizio non dará mai alla moglie una spiegazione a queste reazioni improvvise e spropositate. Luisa un anno fa, sentendo da un’amica che ha risolto delle forti difficoltà personali arriva a confidarsi con lei. Quindi mi telefona per un appuntamento.
La psicoterapia di Luisa
Raccolta la storia su descritta, Luisa si dichiara convinta di voler portare avanti il percorso da me prospettato per potersi guardare dentro con la consapevolezza necessaria a trovare le soluzioni di cui ha bisogno.
- Luisa pone peró alcune condizioni assolute:
- Tenere lontani i suoi genitori dalla sua vita: Luisa é convinta che la causa del suo travagliato matrimonio sia imputabile ai suoi genitori che non hanno mai accettato completamente Fabrizio.
- Che si escluda nel modo più assoluto la possibilità che si separi da Fabrizio: Luisa è convinta infatti che mai potrebbe trovare un altro uomo disposto a volerla così com’é: imperfetta e malata.
Io pongo la condizione di poter conoscere Fabrizio.
Conosco Fabrizio dopo alcune sedute disdette solo all’ultimo minuto. È un bel ragazzo dall’aspetto normalissimo, ma nel procedere del colloquio si rivela “lento nel recepire” i temi importanti di cui parlare: come se non ricordasse o non avesse vissuto i momenti che hanno caratterizzato la vita matrimoniale che Luisa ha appena finito di esporre davanti a lui.
Luisa intelligente e mentalmente velocissima sembra accentuare il deficit di Fabrizio e il loro divario intellettivo. Scopriamo che Fabrizio, senza che se ne renda conto, reagisce con violenza ogni volta che si trova davanti ad una difficoltà che non sa risolvere. Fabrizio inoltre non ritiene utile nessun tipo di intervento sulle sue difficoltà personali mentre Luisa si dichiara ancora più convinta a proseguire da sola quanto ha già intrapreso nel suo percorso psicoterapeutico.
La svolta e il cambiamento
Con la terapia mansionale Luisa comprende e risolve il vaginismo. Scopre altresì che Fabrizio non dimostra il minimo interesse ad avere rapporti sessuali con lei.
La svolta nel cambiamento di Luisa avviene proprio a questo punto quando può dirsi concretamente che Lei può cambiare e Fabrizio no.
Luisa scopre che la reazione violenta del marito durante la prima notte di nozze aveva innescato in lei un meccanismo contratturale di difesa automatico-involontario che equivaleva a dirsi “proteggiti da lui, siete troppo diversi”! Nella prosecuzione della relazione terapeutica Luisa conquista maggiore fiducia in se stessa e arriva a confidare alla madre i suoi problemi. Abbandona nel giro di qualche settimana la casa coniugale di sua proprietà e va a vivere a casa dei suoi genitori che la sostengono in ogni fase successiva. A me pareva ovvio che i genitori di Luisa intuissero fino in fondo l’infelicità della figlia e che fossero così preoccupati da invitarla a rivedere eventualmente la sua scelta che le causava tristezza, preoccupazione, insicurezza e chiusura affettiva e sociale. A distanza di 5 mesi dall’inizio del suo percorso Luisa si rivolge ad un legale per chiedere la separazione, ormai libera dalla paura delle violenze e libera interiormente dal terrore di essere “incurabile” esce alla sera con le ritrovate amiche e incontra un ragazzo che conosceva da tempo e si mette alla prova dal punto di vista sessuale arrivando ad esclamare: <<Che bello! É meraviglioso, non sapevo ci si potesse sentire così!>> Da quel momento Luisa comincia a chiedersi come abbia potuto pensare di sé e della sua famiglia le cose orribili che aveva pensato e si risponde dicendosi che non era pronta a riconoscere il fallimento con se stessa e coi suoi.
Luisa, conquistata la consapevolezza necessaria per dire a se stessa di aver troppo sofferto sceglie di procedere immediatamente con la richiesta della separazione consensuale e di soprassedere alla richiesta di annullamento del matrimonio promettendosi di ripensarci successivamente.
Luisa in 8 mesi di psicoterapia é già libera dentro e verso la vita. Dotata di intelligenza veloce, di forti capacità di impegno e senso di responsabilità nel sopportare lo stress e le difficoltà incontrate nel suo matrimonio, grazie alla buona relazione di attaccamento avuta coi genitori, riesce ad accettare con fiducia l’ aiuto che sono stata in grado di offrirle e questo l’ha aiutata a conquistare facilmente il cambiamento e la maturazione di cui aveva tanto bisogno.